Il ferro è importante perché il nostro corpo ne ha bisogno per produrre la proteina chiamata emoglobina, senza la quale i globuli rossi non potrebbero trasportare l'ossigeno dai polmoni al resto del corpo. Una dieta a basso contenuto di ferro è una delle cause più comuni dell'anemia da carenza di ferro e una dieta equilibrata che contenga alimenti ricchi di ferro è uno dei migliori trattamenti.
Il ferro è contenuto in molti alimenti, come elencato nelle linee guida del Ministero della Salute, mentre alcuni alimenti (caffè, tè, proteine della soia) possono bloccarne l'assorbimento e dovrebbero essere evitati nei casi di anemia. Altri alimenti, invece, aiutano il corpo ad assorbire ferro, come ad esempio la vitamina C sotto contenuta nel succo d'arancia o nei pomodori.
Sebbene diversi studi scientifici abbiano riscontrato un'alta prevalenza di anemia nei pazienti con ipotiroidismo, in questi soggetti l'anemia è solo raramente dovuta alla carenza di ferro; piuttosto, è noto che le concentrazioni di ferritina sierica possono essere inferiori negli adulti ipotiroidei rispetto agli individui eutiroidei.
È importante sottolineare che il livello di ferro nel nostro organismo può essere in grado di modificare la risposta alla profilassi con lo iodio. Questa, infatti, risulta meno efficace nei soggetti con anemia e/o nei soggetti con una risposta più scarsa al trattamento con ferro.
Fino a poco tempo fa, il meccanismo con cui la carenza di ferro altera il metabolismo della tiroide non era chiaro. Oggi si sa che l'anemia da carenza di ferro può indurre alterazioni nel controllo del sistema nervoso centrale, dell'asse tiroideo e ridurre il legame dell'ormone triiodotironina o T3 ai suoi recettori epatici. L'anemia da carenza di ferro compromette il metabolismo della tiroide anche diminuendo il trasporto di ossigeno.
La situazione diventa complessa nel caso di donne affette da ipotiroidismo subclinico, quella condizione in cui la tiroide ha una ridotta funzionalità non manifesta in termini clinici, anche se i dosaggi ormonali possono rilevare un aumento dell'ormone tireostimolate o TSH al quale corrispondono livelli di T3 e T4 normali.
Le donne con ipotiroidismo subclinico, una volta in gravidanza, possono andare in contro ad uno stato ipotiroideo e, per questo, dovranno assumere farmaci per mantenere la funzione degli ormoni tiroidei.
L'ipotiroidismo in gravidanza è dannoso, perché gli ormoni tiroidei sono necessari per la formazione del sistema nervoso fetale. Per questo motivo è consigliabile misurare tutti quei valori che indicano una presunta carenza di ferro, come per esempio la ferritina, la transferrina, la sideremia e tutti gli ormoni tiroidei e il TSH, prima della gravidanza e durante la gestazione stessa. Tuttavia, bisogna ricordare che il ferro per bocca può limitare l'assorbimento degli ormoni tiroidei assunti tramite il trattamento farmacologico, quindi potrebbe essere necessario aumentare la dose degli ormoni tiroidei.
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