La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo che, attraverso al rilascio degli ormoni tetraiodotironina (T4) e triiodotironina (T3), governa importanti processi biologici (1):
Il funzionamento della tiroide oltre a regolare varie funzioni fisiologiche, è coinvolto nella risposta allo stress e nella regolazione del tono dell’umore.
Del resto, l’associazione tra alterazioni dell’umore e disfunzioni tiroidee è nota già dal 1825, quando il medico inglese Caleb Hillier Parry per primo ipotizzò e descrisse una maggiore incidenza di “disturbi nervosi” nei soggetti con patologie tiroidee (2). In alcuni casi, infatti, è possibile che la tiroide non produca corrette quantità di ormoni (1). Quindi si parla di:
Alcuni sintomi del malfunzionamento tiroideo ricordano quelli caratteristici dell’ansia e della depressione, come riscontrato nelle manifestazioni di ipotiroidismo (3).
La forma della tiroide, d’altra parte, ricorda quella di una farfalla, richiamando alla mente, in modo suggestivo, il mito di Psiche, raffigurata negli affreschi di Pompei proprio come una fanciulla alata. Il termine stesso “psiche” significa farfalla, il cui simbolismo evoca la metamorfosi, metafora di evoluzione, sviluppo, crescita e trasformazione.
Psiche e tiroide, quindi, entrambe farfalle e, in qualche modo, legate tra loro.
L’ipotiroidismo, come detto, è una condizione di malfunzionamento della tiroide, che può essere dovuto a diverse cause. Tra queste, una delle più frequenti è la tiroidite autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto, in cui l’organismo produce autoanticorpi contro la tiroide.
È importante sottolineare che, qualunque sia la causa, l’ipotiroidismo può determinare la comparsa di ansia, fino a interessare, nell’ipotiroidismo acuto, il 30-40% dei soggetti, e che l’ansia stessa può rappresentarne la prima manifestazione clinica, da sola o in associazione ad altri disturbi psichici, in assenza di altri segni e sintomi di patologia tiroidea (3,4).
L’ansia, inoltre, può incidere significativamente sul funzionamento globale dell’individuo, determinando una riduzione del rendimento lavorativo nonché delle performances in ambito socio-relazionale e familiare, con un impatto rilevante sulla qualità della vita (5). Appare, quindi, evidente come la sintomatologia ansiosa non vada assolutamente sottovalutata.
L’ansia può essere motivo di grande disagio e sofferenza, aggravando, inoltre, il concomitante quadro medico. Non bisogna, però, scoraggiarsi: è bene ricordare, infatti, che l’ansia può essere curata.
Il primo passo è rivolgersi al medico descrivendo accuratamente la propria sintomatologia, affinché possa intervenire nella maniera più appropriata, indicando gli specialisti a cui rivolgersi. La migliore strategia terapeutica per garantire un intervento mirato ed efficace, infatti, consiste in un approccio multidisciplinare:
Una volta indagata e diagnosticata la patologia tiroidea, è importante trattarla e riequilibrare la produzione ormonale; spesso tale intervento di per sé comporta il miglioramento e, in taluni casi, anche la completa risoluzione della sintomatologia ansiosa. Tuttavia è bene chiarire che non sempre il trattamento dell’ipotiroidismo porta alla repentina scomparsa dell’ansia che, quindi, può necessitare di un intervento specialistico mirato.
Il medico curante potrà consigliare di rivolgersi allo psichiatra qualora l’ansia influenzi significativamente il funzionamento quotidiano e la qualità della vita. A questo è utile affiancare anche interventi psicologici:
Questi approcci possono essere molto utili nel riconoscimento e nella gestione dei sintomi dell’ansia. In particolare, le tecniche insegnate in ambito cognitivo-comportamentale comprendono:
Infine, le tecniche di respirazione e rilassamento, oltre alla pratica mindfulness, attuata mediante tecniche di meditazione che promuovono la consapevolezza di sè, aiutando a gestire le emozioni e controllare i pensieri negativi che causano sofferenza, possono contribuire a ridurre lo stress e a limitare l’impatto negativo dell’ansia sulla quotidianità (6,7,8,9).
Riconoscere e trattare l’ansia associata a ipotiroidismo, dunque, non significa solo gestire dei sintomi secondari, ma promuovere il proprio benessere psicofisico, passo imprescindibile e determinante nel percorso di salute e nella cura di sé, con impatto positivo sulla qualità della vita.
Fonti: