Non esiste un singolo organo del corpo per cui il fumo di sigaretta non sia dannoso. Mentre ci concentriamo spesso sugli effetti del fumo sui polmoni, sul cuore e sulla pelle, in realtà anche la ghiandola tiroidea può essere danneggiata dal fumo.
Aiutare un paziente che soffre di una malattia tiroidea a smettere di fumare può essere molto complicato, poiché di solito il fumo è un’abitudine ben radicata negli anni. Come primo passo è fondamentale spiegare al soggetto quali sono le conseguenze del fumo sulla funzione tiroidea. In questo caso, il caregiver (il medico o un familiare) gioca un ruolo cruciale nell’aiutare il paziente a decidere di smettere di fumare. Smettere di fumare può provocare una serie di spiacevoli problemi, come un aumento dell’irritabilità, dell'ansia, della depressione, dei mal di testa, dell'appetito, ecc… per cui la famiglia e gli amici rappresentano un sostegno incomparabile.
Il fumo di tabacco contiene il cianuro che, una volta fumato, viene convertito in tiocianato, un agente che inibisce l'assorbimento di iodio nella tiroide, riducendo la produzione degli ormoni necessari per il nostro corpo.
Ma quali sono i danni del fumo che il caregiver deve spiegare al paziente fumatore?
Alla luce di queste evidenze, è importante che il caregiver aiuti il paziente a capire che tutte le terapie volte alla cura delle patologie tiroidee sono parzialmente vanificate dal fumo stesso, che provocherà in ogni caso un peggioramento della patologia.
Per aiutare un paziente che decide di smettere di fumare bisogna seguire tre regole fondamentali:
Fonti: